VETRO

di Domenico Croce

Opera prima per Domenico Croce, che assieme a Stefano Malchiodi ha vinto lo scorso anno il David di Donatello per il cortometraggio "Anne", bella storia con attori successivamente “animati” di incubi infantili che celano tracce evidenti di una vita altrui.
"Vetro" è tratto dalla sceneggiatura finalista al Premio Solinas a firma di Ciro Zecca e Luca Mastrogiovanni e non è meno ambiziosa, dal punto di vista creativo e produttivo, rispetto al corto: la storia è quasi interamente ambientata dentro la stanza della giovane protagonista, di cui conosciamo solo il nickname “yugen” (misterioso, imperscrutabile), un microcosmo dove tutta la sua vita è concentrata. La diciottenne ha tutte le caratteristiche della hikikomori, sindrome sviluppata in Giappone che comporta autoisolamento e assenza di vita sociale. Il suo è uno stato acquisito ormai da anni, di cui si percepiscono solo le origini indotte dalla paura del mondo esterno, senz’altra terapia che quella farmacologica. Disegnatrice di talento, la protagonista trascorre le giornate tra studio, musica, la compagnia del padre, con cui comunica solo attraverso la porta, e del cagnolino, unico essere vivente ammesso in stanza grazie a un passaggio della porta. Dietro suggerimento paterno, la ragazza si iscrive a un social dove conosce Dev, un ragazzo con cui inizia a interagire e a condividere segreti e anche inquietudini: dai buchi della persiana bloccata, infatti, la ragazza vede qualcosa di strano nell’appartamento di fronte, dove un poliziotto maneggia un lenzuolo insanguinato mentre sembra sparita ogni traccia di presenza femminile.
La trama del film non può non ricordare esempi di grande suggestione cinefila, da "La finestra sul cortile" fino a "Blow out" e "Misterioso omicidio a Manhattan", tuttavia "Vetro" ha uno svolgimento più atipico, giacché nulla potrebbe essere come sembra e la vicenda avrà sviluppi (e riflessi) inattesi, più sul versante psicologico, con qualche momento genuinamente thrilling. Se la narrazione procede per strappi, anche decisi, la visione del film è resa molto piacevole dalla regia attenta e calibrata di Croce, dalla convincente prova attoriale di Carolina Sala, astro in ascesa dalla forte espressività e fisicità; dagli apporti tecnici che vanno dalla fotografia alla scenografia ipercromatiche, riflesse nei costumi della protagonista; alle canzoni che accompagnano le giornate di yugen, firmate dalla coppia Zoot-Lerner.

Mario Mazzetti

Locandina film
Regia
Domenico Croce
Titolo originale
Vetro
Sceneggiatura
Luca Mastrogiovanni, Ciro Zecca
Fotografia
Cristiano Di Nicola
Montaggio
Natalie Cristiani
Interpreti
Carolina Sala, Tommaso Ragno, Marouane Zotti
Produzione
Fidelio, Vision Distribution
Distribuzione
Vision