MIRACLE

di Lee Jang-Hoon

Imprevedibile e spiazzante, Miracle mescola generi e atmosfere, dalla commedia sentimentale al dramma familiare all’ironia citazionista (la conclusiva Reality da Il tempo delle mele). È come se, all’opera seconda dove nulla corrisponde a ciò che appare e il senso di alcune sequenze si chiarisce solo alla fine, Lee Jang-hoo si fosse divertito a sorprendere lo spettatore.
Siamo in un piccolo villaggio sudcoreano degli anni ’80, attraversato dalla ferrovia ma isolato dal mondo perché, in mancanza della stazione, i treni non fermano e non esiste una strada. Per spostarsi, gli abitanti sono costretti a camminare lungo i binari, col rischio di essere travolti. Fin da bambino, Joon ha scritto un’infinità di lettere al presidente, chiedendo la costruzione di una stazione. Autentico genio ma assolutamente imbranato nella vita pratica e sentimentale, quando Joon approda al liceo trova un aiuto in Ra-hee, innamorata di lui. Grazie al proprio indiscutibile talento, il ragazzo vince concorsi fino ad avere la possibilità di una borsa di studio presso la NASA.
A questo punto la costruzione narrativa, sino qui strutturata su brevi scene, cede il passo ad un racconto più dilatato, che porta alla luce segreti inquietanti. Emerge un diffuso senso di colpa e appare in tutt’altra luce la figura della sorella del protagonista, mentre il treno si fa metafora della liberazione dal passato. Ispirato a una storia vera, Miracle si impone per l’originalità e la precisa ricostruzione d’epoca.

Franco Montini

Locandina film
Regia
Lee Jang-Hoon
Titolo originale
Gi-juk
Sceneggiatura
Lee Jang-Hoon
Fotografia
Kim Tae-soo
Montaggio
Park Kyung-soon
Interpreti
Park Jeong-min, Lee Sung-min, Im Yoon-a, Lee Soo-kyung
Produzione
Lotte Entertainment, Blossom Pictures
Distribuzione
Academy Two