GRAND TOUR

di Miguel Gomes

Grand Tour, quinto lungometraggio del portoghese Miguel Gomes, ha ottenuto il Premio alla regia all’ultimo Festival di Cannes. È un melodramma avventuroso: affabulatorio, ironico, poetico e ipnotico. È ispirato a un episodio contenuto in un  romanzo di viaggio di William Somerset Maugham, che ha  spinto lo stesso Gomes a compiere due viaggi in Estremo Oriente, nel 2019 e nel 2022. Girato in bianco e nero con alcune sequenze a colori, amalgama la finzione, filmata in studio, immaginando e ricreando il Sud-est asiatico all’inizio del ‘900, esotico e perduto, e sequenze documentaristiche dei due viaggi di Gomes.

Nel 1917 Edward (Gonçalo Waddington), un funzionario dell’impero britannico in servizio a Rangoon, fugge su un battello diretto a Singapore per non incontrare la fidanzata Molly (Crista Alfaiate), che non vede da sette anni, in arrivo da Londra per sposarlo. La donna lo insegue e, da quel momento, inizia un viaggio rocambolesco attraverso il Siam, il Giappone, le Filippine e la Cina tra ricchi proprietari terrieri, cortigiani e servi, sia fedeli che ostili. Si susseguono esperienze di vario genere, fino all’epilogo nelle foreste sulla via del Tibet.

Miguel Gomes ha realizzato film molto suggestivi e originali: Aquele querido mes de agosto (2008), Tabu (2012), As mil e uma noites (2015), Diários de Otsoga (2021). Nel suo cinema l’affabulazione, la narrazione raffinata e stratificata sono elementi fondamentali. Grand Tour, in linea con il bellissimo Tabu, che contiene una visione eterodossa del colonialismo portoghese in Africa, propone una storia “esemplare”: la rappresentazione parodistica, ma anche crudele e nefasta del colonialismo. Configura una parabola su un controverso sentimento amoroso tra incontri mancati, spiazzamenti del destino e incongruenze. La messa in scena e l’accurata estetica, con i personaggi che si muovono su uno sfondo molto spesso sfuocato, con mirabolanti elementi scenografici e costumi, richiamano l’artificiosità fittizia dei set del cinema muto.Testo da sostituire

Giovanni Ottone

Locandina film
Regia
Miguel Gomes
Sceneggiatura
Miguel Gomes, Telmo Churro, Mariana Ricardo, Maureen Fazendeiro
Fotografia
Patrizio Ghiringhelli
Montaggio
Gui Liang, Sayombhu Mukdeeprom, Rui Poças
Interpreti
Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Teresa Madruga, Manuela Couto
Produzione
Uma Pedra No Sapato, Vivo Film, Shellac Sud, Cinéma Defacto
Distribuzione
Lucky Red